OFFICE IN THE GREEN…

Ciò che ci sta a cuore è arredare con stile…ma sempre con una grande attenzione per la qualità della vita.  Un sogno per molti…OFFICE IN THE GREEN!

Appuntamento con la materia (parte V): le PIETRE “stellari” di Lithos Design

Eccoci giunti al terzo elemento in questo viaggio esplorativo nella materia da costruzione. Nei prossimi due appuntamenti parleremo di un materiale nobile e dalle infinite declinazioni, in termini chimici, estetici e per le modalità di utilizzo: si tratta della pietra.

La sua forza, la durevolezza, la plasticità della pietra e, in generale, dei materiali di origine minerale, sono le peculiarità che ne fanno uno degli elementi prediletti nell’ambito edile e rappresentano anche una delle modalità primitive per eccellenza tra i sistemi costruttivi elaborati dall’uomo nell’arco della propria evoluzione.

Ma oggi, della pietra vorrei esplorare un aspetto meno riconosciuto ma di gran lunga più affascinante… Si chiamano Pietre Luminose, sono state ideate e prodotte da Lithos Design e rappresentano una gamma di lavorazioni del marmo capaci di giocare su una delle caratteristiche più improbabili della pietra: la trasparenza. L’idea è estremamente interessante perchè ripropone il marmo in una modalità eterea che ricorda capolavori irripetibili come quelli di Canova, in cui la rigidità siderale di questo materiale si stempera nell’armonia della forma, lasciando anche trapelare la luce attraverso la leggerezza del tocco dell’artista… Forse per è per questo che le Pietre Luminose sono state pensate con i nomi di otto stelle; formelle modulari retroilluminate con le quali rivestire pareti e dettagli di spazi di rappresentanza o abitazioni private, in cui ognuna racconta una declinazione di grande eleganza che suggestiona la vista. Della durevolezza della pietra viene mantenuta ed esaltata la terza dimensione, per cui le formelle sono lavorate mantenendo questa componente e ricercandone la bellezza della stratificazione fossile, per esempio.

“La luce penetra e attraversa l’elemento naturale svelando la sua anima più sensuale e intima. Il marmo così si rivela, armonizza le stratificazioni, scopre colori inattesi restituendo luce dolce e soffusa all’ambiente che acquista una forte personalità scenica”.

 

Courtesy http://www.lithosdesign.com/it/collezioni_introduzione_pietreluminose.aspx

 

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A cura di Elena Ientile, Alma Rebus Communication

APPUNTAMENTO CON LA MATERIA (parte III): il METALLO secondo Hilla Shamia

È un designer israeliano ad avere “inventato” un affascinante processo creativo in cui troviamo, due materiali tanto diversi quanto complementari come il metallo e il legno, fondersi in un’unica creazione: sono le sedute e i tavoli di Hilla Shamia, risultato di un procedimento quasi alchemico che ha riscosso molto plauso nell’ambito della cultura del design d’interni, sforando, grazie alle caratteristiche di unicità, di forte impatto estetico e di ordine concettuale, in un filone di taglio decisamente artistico…

La serie di creazioni ottenute con questa tecnica si chiama Wood Casting e si basa sul riversamento di colate di alluminio fuso nelle fenditure lasciate dalla natura nei tronchi d’albero, un’armoniosa integrazione tra le forme naturali del legno e la scintillante solidità del metallo. Uno degli aspetti più intriganti di questo processo è la capacità di preservare la memoria e l’identità della materia trasformandola al contempo in un elaborato con una funzione e un aspetto contemporanei: il metallo fuso, colato sul tronco, brucia un primo strato di legno aumentando la ricchezza cromatica del materiale, sottraendo la connotazione negativa dell’arsura che qui si armonizza nella giustapposizione metallo/legno, suggellandone la bellezza.

Un esempio di come malleabilità e forza possano convivere nel binomio caldo/freddo, liberando il potenziale creativo della materia che qui si traduce in una sublime manifestazione di unicità ed eleganza.

Visita anche www.hillashamia.com

 

Appuntamento con la materia (parte I): IL LEGNO e il Design eco-consapevole

Per il primo appuntamento di questa piccola “rassegna” dedicata all’esplorazione dei materiali da costruzione, arredamento e decorazione, abbiamo pensato di affrontare un argomento che riguarda tutti noi: protagonista è IL LEGNO, materia prima preziosa, versatile e, soprattutto, eco-sostenibile. Ed ecco alcune applicazioni esemplari nell’ambito del design eco-compatibile in legno, in particolare, il riuso dei pallet.

pallet in legno da spedizione rappresentano quasi la metà della quantità totale di prodotti in legno e, pensate, quasi sempre vengono gettati via dopo essere stati utilizzati una sola volta!

Alcuni designer eco consapevoli hanno usato i pallet di legno per creare alcune forme architettoniche meravigliose, applicando il principio delle “tre R”: riciclaggio, riutilizzo, riduzione. D’altronde architetti, designer e creativi di tutto il mondo sono impegnati ormai da anni nella creazione di brillanti capolavori realizzati con MATERIALI RICICLATI.

Di seguito trovate alcuni esempi dal mondo di questo modo fare design che sono stati premiati dalla critica internazionale per gusto e originalità.

Pupa Pavilion è un progetto realizzato dal designer britannico Liam Hopkins dello studio Lazarium, ispirandosi alla struttura poligonale di ragnatele, alveari e alle tessiture dei nidi degli uccelli. Si tratta di un grande tendone, interamente costruito con pallet di scarto riciclati, cartone e altri rifiuti da imballaggio. Questo artefatto faceva parte di una commissione d’arte “Waste Not Want It”, che aveva l’obbiettivo di incoraggiare le persone a riutilizzare i rifiuti e creare opere d’arte. I pallet e i rifiuti di cartone sono stati acquisiti sottoforma di balle e successivamente ridotti in poltiglia. Un totale di 3972 unità di cartone triangolare sono stati utilizzati per costruire l’intera struttura. Anche le sedie e i tavoli sono realizzati con pallet di legno riciclato.

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Paletten pavillon
Progettato e fondato nel 2005 dall’architetto tedesco Matthias Loebermann, Paletten Pavillon è un altro esempio di struttura realizzata interamente con pallet in legno. Concepito per essere facile e veloce da montare e smontare, il designer ha creato questo impianto sostenibile per il Campionato del Mondo di sci alpino in Germania per poi trasformarla in una struttura per meeting temporanei. Sono stati utilizzati tiranti e cinghie di trazione per tenere insieme tutti gli elementi. Questa struttura sostenibile misura 6 metri di altezza, 18 metri di lunghezza e 8 metri di larghezza. Il padiglione è stato fatto da 1300 pallet di spedizione ed è caratterizzato da una geometria con un particolare reticolato strutturale in grado di attribuirgli un interessante effetto scenografico che, con l’illuminazione notturna dall’interno, raggiunge il culmine del fascino.

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TERRAZZI e GIARDINI PENSILI DAL MONDO: 1000 modi per sfruttare al meglio lo spazio abitativo esterno

Complice questa calda e soleggiata estate, cosa ne pensereste di tornare a casa e godervi un bel terrazzo o giardino (o tutti e due…) pensili?

Una di quelle oasi domestiche dove rilassarsi al tramonto sorseggiando un drink dissetante con gli amici… prendere il sole di giorno…organizzare cenette a lume di candela o allegre grigliatine serali…

Le soluzioni per rendere accogliente, rinfrescante, colorato e comodo il proprio spazio pensile sono tra gli argomenti  preferiti da designer e creativi in ogni parte del mondo e spaziano dai grandi terrazzi di grattacieli metropolitani e ville sontuose, fino ai balconcini abbarbicati nei centri storici dei nostri paesini: abbaini che diventano piccoli scrigni di relax, balconi sospesi a decine di piani da terra trasformati in boschetti fluttuanti…  E c’è chi ha trovato il modo di sfruttare al meglio il proprio roof garden anche d’inverno, fornendolo di una zona “camino” en plain air!

Per regalarvi un’idea concreta di questo trend in atto nel mondo dell’architettura e del design, abbiamo selezionato una sofisticata quanto curiosa carrellata di terrazzi pensili dal mondo, uno scorcio sugli angoli più privati del pianeta e, perchè no, uno spunto per rendere più bello e funzionale il proprio balcone, terrazzo, giardino…

Buona visione!

 

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La Triennale Design Museum di Milano giunge all’VIII edizione

E’ stato inaugurato nel 2007 ed è il primo museo del design italiano, nato nella sede della Triennale di Milano, da cui prende il nome. Si caratterizza per l’assenza di un ordinamento cronologico o per autore, tanto da mancare di una sezione antologica: per questo, ogni anno Triennale Design Museum si rinnova, si trasforma, modificando le tematiche trattate e gli allestimenti per offrire al visitatore la possibilità di scoprire le eccellenze del design italiano attraverso punti di vista inediti.

Quest’anno, giunto all’VIII edizione nel suo percorso di rinnovamento, la Triennale Design Museum non poteva esimersi dall’allestire una mostra connessa  alla coeva Esposizione Universale di Milano.

Cucine & Ultracorpi” è la mostra, a cura di Germano Celant, e ispirata al libro di fantascienza “L’invasione degli Ultracorpi”, scritto da Jack Finney nel 1955 e all’omonimo film girato da Don Siegel, il cui intento è tracciare l’evoluzione in Italia dei “cospiratori”, cucine ed elettrodomestici, a partire dalle prime fonti documentabili fino al 2015, compresa un’escursione sugli episodi della progettazione che hanno investito l’industria internazionale.

 

L’allestimento espositivo – inaugurato il 9 aprile 2015 e visibile fino al 21 febbraio 2016- racconta la lenta quanto inesorabile trasformazione degli utensili da cucina in macchine e automi, un vero e proprio “universo di ultracorpi”:  dal frigorifero al microonde, dalla caffettiera al tostapane, dal trita rifiuti alle cappe assorbenti, dai bollitori ai mixer, dalle friggitrici alle gelatiere, un tracciato che ricalca la storia del proto-design e, a seguire, del design degli utensili da cucina, dalla prima industrializzazione alla diffusione di massa, dall’automazione all’innovazione digitale.

Un interessante percorso per ripercorrere come la società di metà ‘900 sia stata letteralmente travolta da una repentina  transizione dal manuale al tecnologico; per approfondire questo aspetto, la mostra  è affiancata da artefatti complementari come pubblicità e manuali, film e documentari, libri e giochi.

 

Un universo magico e sorprendente messo in scena dallo Studio Italo Rota, per rievocare questo paesaggio meccanizzato – al contempo alieno e ambiguo, utilitario ed ergonomico – che attinge agli ambiti e ai linguaggi più disparati, mostrando risvolti comici e tragicomici, ironici e inquietanti della relazione “essere umano-macchina”: una cucina fantascientifica, i cui esiti erano stati forse predetti da una certa letteratura futuribile ma le cui reali evoluzioni, sono ancora, per fortuna, nelle abili mani di nuove, brillanti generazioni di creativi.